2008-09-07

"i FLORIO a Palermo"


Domenico Nunnari ha scritto: " la famiglia Florio "con la sua storia emblematica quanto quelle dei Buddenbrock e dei Krupp, da anni aspetta il suo Thomas Mann e il suo Luchino Visconti."

Dopo il disastroso terremoto che nel 1783 colpì la Calabria, Paolo Florio partì da Bagnara Calabra, attivo centro marinaro affacciato sullo Stretto in provincia di Reggio Calabria, alla volta della Sicilia.
Targa Florio
La gara è stata voluta, creata, finanziata ed organizzata da Vincenzo Florio, un palermitano di ricchissima famiglia affascinato dal nuovo mezzo di locomozione e già noto nell'ambiente per aver partecipato ad alcune competizioni di inizio secolo e per aver istituito,nel 1905, la Coppa Florio (una corsa automobilistica in quel di Brescia).





Ripercorrere le tappe più significative della storia di questa famiglia significa rendere conto di una parabola che, nell'arco di un secolo, li vede partire da emigrati, diventare protagonisti assoluti del loro tempo e decadere in un tramonto dorato e tragico.

Paolo Florio padre di colui che diventerà uno dei più celebri capitani d'industria dell'800, era un commerciante dalla vocazione marinara e impianterà una piccola drogheria a Palermo che nel giro di pochi anni vedrà allargare considerevolmente il suo giro d'affari, permettendogli di lasciare al figlio una notevole eredità.
Il talento economico di Vincenzo si manifesterà ben presto. Numerosissime sono le attività di cui è promotore o compartecipe. Fra le iniziative destinate ad aver maggior fortuna vi sarà la costruzione di uno stabilimento per la produzione di vino "Marsala" presso l'omonima città, in concorrenza con le famiglie inglesi che già vi operavano, come i Woodhouse e gli Ingham. L'attività intrapresa si rivelò un ottimo affare e il prodotto si assicurò un vasto mercato.


Il nome dei FLORIO si lega a quello delle Isole Egadi il 5 ottobre 1841, quando i nobili Pallavicino e Rusconi davano in gabella le antiche tonnare di Favignana e Formica alla Ditta Vincenzo Florio per un periodo di 19 anni. Ma il legame diventa indissolubile e reca l’impronta di un’epoca nel 1874 quando il figlio Ignazio Senior acquisterà interamente le Isole Egadi dalla famiglia Pallavicino. . Fra le iniziative destinate ad avere maggior fortuna vi sarà la costruzione di uno stabilimento per la produzione di vino “Marsala” presso l’omonima Città, in concorrenza con le famiglie inglesi che già vi operavano come Woodhouse e gli Ingham.
Ma la vocazione mediterranea della famiglia Florio, e anche la prospettiva di buoni utili, fece sì che Vincenzo partecipasse alla creazione nella Sicilia preunitaria, della compagnia di navigazione "Società dei battelli a vapore siciliani", insieme a numerosi altri esponenti dell'aristocrazia siciliana.

La società assicurava il collegamento tra Napoli, Palermo e Marsiglia e tra i diversi porti della Sicilia.
Nasceva frattanto l'Italia unitaria e l'esigenza di una rete di collegamenti adeguati alla nuova realtà portava Vincenzo Florio a costituire la "Società in Accomandita Piroscafi Postali" che godeva di una convenzione in denaro con il governo.
Il problema dei trasporti marittimi era cruciale all'epoca e il potere politico favorirà nel 1877 l'acquisizione da parte della "Società Piroscafi Postali", di tutto il materiale della " Trinacria" altra grande compagnia di navigazione.
A concorrere con la compagnia dei Florio rimaneva dunque solo la "Rubattina" di Genova; ma nel 1881 queste due società, si fonderanno dando vita alla compagnia della "Navigazione Generale Italiana" che ebbe il monopolio dei collegamenti marittimi. Dalla fusione di questa società con la Citra nascerà ai primi del '900 la compagnia Tirrenia).

Sempre sotto la stella di Vincenzo Florio sorgerà a Palermo la "Fonderia Oretea", moderna industria metallurgica che doveva essere complementare alle esigenze della sua numerosa flotta. A coronamento delle imprese produttive non gli mancarono conferimenti di cariche istituzionali sia nel Regno di Napoli che nel Regno d'Italia.
Riuscì ad entrare a far parte, tra l'altro, del Consiglio Superiore della Banca Nazionale del Regno, la più importante autorità economica del tempo.
La fortuna che alla sua morte, avvenuta nel 1868, lasciò a suo figlio Ignazio (senior) fu valutata nell'astronomica somma di L. 300.000.000.

Il raggio d'azione e il volume di affari della famiglia Florio era destinato ad allargarsi cosi come divenne sempre più profonda la loro impronta sul costume, sulla cultura e l'economia del tempo.
Ignazio (senior) creava industrie dotate però di moderni servizi per gli operai, costituiva un assistenziale Istituto per ciechi, iniziava la costruzione del futuro teatro Massimo. 


Ma nella memoria collettiva questa famiglia viene identificata con gli anni in cui raggiunse il suo apogeo economico, d'immagine e di influenza quando Ignazio junior successe al padre e sposò la nobile e bella Franca Jacona di San Giuliano, colei che D'Annunzio chiamerà "donna Franca".
In questi anni la storia coincide con il mito. Ignazio junior svolgeva la sua vita mondana nei migliori salotti dell'aristocrazia europea, non lesinando le corti reali. La bellezza di donna Franca fu immortalata da molti pittori, di cui il più celebre fu il Boldini; nei versi di D'Annunzio corre negli apprezzamenti e negli inviti di Vittorio Emanuele di Savoia Aosta, o del Kaiser Guglielmo II. L'imperatore di Austria in occasione di un viaggio di donna Franca a Vienna le regalò una tromba per auto, identica a quelle in dotazione sulle sue auto, cosicché usandola per le vie di Vienna la popolazione deferiva verso di lei, scambiandola per l'imperatore.
Lo stesso Re d'Italia aveva offerto al commendatore Florio il titolo di principe delle Egadi creato per l'occasione; ma questi gentilmente rifiutò, orgoglioso delle proprie origini borghesi e sicuramente soddisfatto dell'essere riferimento quanto a gusto, munificenza ed immagine per tanta aristocrazia italiana ed europea.

Ma Ignazio junior, pur negli aspetti contraddittori del quadro economico di quest'epoca, non tralasciò le iniziative.
Portò a perfezione la produzione di Marsala. L'ingresso della famiglia nel mondo del credito fu completo; costituì diverse società nel campo delle riparazioni navali e nel campo della siderurgia. Entrò a costituire la Anglo-Sicilian Sulphur Company, grande società internazionale che rivitalizza per poco tempo lo sfruttamento delle risorse minerarie delle isole.
E' del 1900 la fondazione del giornale L'ORA di Palermo, diretto da Vincenzo Morello che scriveva sotto lo pseudonimo di Rastignac.


ha la sua origine nel 1897
, fondato dall'imprenditore Siciliano Ignazio Florio, che rilevava la Cantieri Navali Bacini.Il cantiere, inizia da subito la sua fiorente attivita' di costruzioni di navi di grande stazza e manutenzione di navi gia' in servizio, nel 1925 vi fu allestita la nave reale "Savoia".Il cantiere, dopo altalenanti vicissitudini, fini' per essere escluso dal piano di riordino nazionale e nel 1966 entra a far parte della società Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti.Nel 1973 dopo un periodo di crisi ,e di riduzione di organico, il Cantiere navale di Palermo entra nella Societa' Fincantieri.Con Fincantieri dai primi anni 80, il cantiere navale di Palermo, seppure con una drastica ristrutturazione, divenne parte integrante della nuova struttura e dedicato a navi da trasporto di vario tipo, piattaforme off-shore, trasformazioni e riparazioni navali, attività che svolge tuttora.


Già da tempo era mutato il quadro economico del Meridione ed internazionale, e si affacciavano le nubi delle future difficoltà. La famiglia Florio si trovò dinanzi ad una realtà economica,sempre più depressa e dovette affrontare fallimenti e chiusure di attività; dovette vendere parti sempre più consistenti per affrontare con larghezza l'oscuro periodo fra le due guerre.

La politica filo nordista di Giolitti che penalizzò il sud causò il fallimento di Casa Florio e dell'industria siciliana

Il loro destino economico, era sicuramente già stato segnato da uno sviluppo economico che ha visto nel Meridione d'Italia il sommarsi delle difficoltà per favorire lo sviluppo industriale delle regioni settentrionali.

Nel giudizio unanime i Florio sono stati i rappresentanti di una Sicilia industriosa, creatrice di ricchezza; moderna, riscattata dall'immobilismo della cultura feudale, una Sicilia centro di cultura, dalla vocazione mediterranea ed europea al tempo stesso.


Video della trasmissione "La storia siamo noi - I FLORIO "
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo640480.aspx?id=547