La Sicilia, nella sua lunga storia, è stata abitata e conosciuta da tanti popoli. Gli ebrei, nella loro lunga storia hanno conosciuto ed abitato tante terre... Eppure pochi "incontri" furono così felici come quello fra l'isola mediterranea ed il popolo d'Israele. Per oltre quindici secoli gli ebrei abitarono la Sicilia, in pace e prosperità, e di quella presenza restano ancora molti segni, nella memoria e nella cultura di entrambi i popoli. Per questo è giusto ricordare, ripensare al passato per comprendere il futuro...
Ma è nella seconda metà del XV secolo che la situazione inizia a precipitare, scoppiano sporadici casi di antisemitismo e la rapacità dei monarchi spagnoli aumenta come l'aggressività antiebraica della chiesa cattolica. Il re di Aragona, Ferdinando, sposa la regina di Castiglia, Isabella, facendo nascere il regno di Spagna, che si lancerà nella "Reconquista" dell'ultimo dominio arabo in Spagna, quello di Granada (anch'esso indebolito da problemi e rivalità interne). Nel 1492, pressati dall'arroganza e dall'intolleranza della chiesa cattolica (guidata in Spagna dal famigerato inquisitore Torquemada) e spinti altrettanto dal desiderio di impossessarsi dei notevoli patrimoni degli ebrei che risiedevano nei loro domini, i sovrani emanano il drammatico editto di espulsione, che fu preceduto da una breve ma intensa campagna di odio (la ciclicità della storia riporterà un fenomeno simile nel '900, quando il governo fascista farà precedere le sue "leggi razziali" da una violenta campagna di diffamazione degli ebrei). Tutti gli ebrei avevano tre mesi per lasciare il regno, abbandonando i loro averi (che furono accuratamente catalogati per potersene impossessare) e la terra in cui da secoli vivevano prosperamente. Altrimenti erano obbligati alla conversione al cattolicesimo, dove peraltro erano soggetti ad un regime assai diverso da quello degli altri cattolici: il termine con cui erano indicati ("marranos" cioé maiali, in ebraico erano detti "anussim") dimostra chiaramente come la loro condizione fosse estremente dura ed ingiusta. Centinaia di migliaia di ebrei spagnoli furono costretti ad emigrare verso altre terre (paesi arabi, Europa centro-settentrionale). ................
Gli studiosi calcolano che lasciarono la Sicilia circa 40mila persone, alla volta della Grecia (dove nacquero delle "Schole" siciliane), del Regno di Napoli (in cui esisteva già una cospicua presenza ebraica, anche lì, pochi decenni dopo venne decretata l'espulsione), di Roma (anche lì nacque una Schola siciliana, una delle cinque del ghetto dell'Urbe, sopravvissuta fino al XIX sec.) e dell'Italia centrale e, in misura minore, verso altri luoghi (paesi arabi, Balcani). Coloro che rimasero subirono pesanti discriminazioni patrimoniali e giuridiche, nonostante le quali (e nonostante l'ossessiva pressione degli inquisitori) in tanti continuarono a praticare in segreto il culto giudaico.
Con la conquista spagnola di Tripoli, nel 1510, molti ebrei fatti prigionieri furono venduti come schiavi in Sicilia creando un paradossale e tragico "ritorno". Della loro sorte si sa abbastanza poco, anche se l'argomento è oggi all'attenzione di diversi studiosi. ............
Nonostante tutto, qualcuno ancora oggi, dice che la Sicilia è un po' la "seconda Israele"... Ad oggi non esiste una comunità ebraica in Sicilia, seppure sono presenti diverse famiglie ed anche alcune organizzazioni israelitiche, ma la memoria della presenza giudaica è tutt'altro che scomparsa: dalla gastronomia a talune espressioni dialettali, da alcune tradizioni dell'artigianato fino al vero, grande, dono che gli ebrei hanno lasciato alla Sicilia: la vocazione alla tolleranza e al rispetto delle diversità.
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